Anche gli importatori web devono applicare il contributo ambientale sui PFU.

EcoTyre esprime la propria soddisfazione per le risposte date dal Ministero dell’Ambiente all’Interrogazione Parlamentare del On. Ermete Realacci sul fenomeno degli importatori via web che immettevano pneumatici sul mercato italiano senza applicare il contributo ambientale.

L’interrogazione era stata presentata dopo la conferenza stampa di presentazione dell’Annual Report EcoTyre, lo scorso 14 giugno a Roma, in cui il Consorzio aveva esposto i propri dubbi sul mancato versamento del Contributo all’On. Realacci che era intervenuto in qualità di Presidente della Commissione Ambiente della Camera. 

Nel dettaglio, alcuni 'importatori’ via web, in particolare quelli con sede all’estero, aggiravano la normativa italiana non versando il contributo ambientale; un fenomeno in crescita, che già oggi è pari al 3% del mercato ed equivalente a 2 milioni di pezzi – 12 mila tonnellate di PFU. Da queste stime, il mancato versamento del contributo ambientale ammonterebbe a circa5 milioni di euro.

Nella risposta del Ministero si specifica che il venditore di pneumatici stabilito in un altro Stato membro che cede a consumatori in Italia tramite 'canali web' (B2C) rientra nella nozione di importatore di pneumatici e pertanto deve adempiere agli obblighi statuiti dal D.M. 82/2011 e pagare il contributo ambientale. Per la vendita effettuata da operatori extra-UE nei confronti dei cittadini italiani, occorre incrementare la vigilanza doganale che deve essere messa in condizione di ricevere da produttori e importatori di pneumatici, notizia dell’importo del contributo ambientale applicato per far concorrere questo contributo all’imponibile doganale e IVA nonché di stabilire con disposizione normativa le modalità di riscossione e gestione del contributo eventualmente riscosso dalle dogane.


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26 Febbraio 2014